------------- La presentazione della Fiat 1500 --------------

La casa automobilistica torinese, ovviamente Incoraggiata dal buon riscontro commerciale ottenuto a partire dal 1961, anno della sua immissione ufficiale sul mercato automobilistico dell' epoca dalla versione 1300 di quello che nel frattempo era diventato un modello molto popolare, mise allo studio una versione potenziata e migliorata della stessa autovettura.

Nel corso dell' anno 1964 venne quindi immesso sul mercato automobilistico dell' epoca il modello 1500C, equipaggiato con un motore potenziato a 75 cv, contraddistinto dall' adozione del servofreno, e caratterizzato dall'avere il passo incrementato a 2,50 m, allo scopo di aumentare lo spazio utilizzabile dai passeggeri posteriori.

Le modifiche esterne di maggiore entità invece riguardarono soprattutto i due gruppi ottici posteriori (ciascuno costituito da due luci di foggia circolare affiancate orizzontalmente sul modello 1300, e da tre luci di foggia lineare disposte una sopra l'altra sul modello 1500C), gli indicatori di direzione (di dimensioni maggiori sul modello 1500C), il bocchettone della benzina (disposto sotto il gruppo ottico posteriore sinistro sulla versione base e all' interno di uno sportello sulla fiancata sinistra nel modello 1500C), e l' adozione sulla carrozzeria della stessa autovettura di un profilo cromato che si estendeva per tutta la larghezza della griglia frontale (di fatto molto simile a quella adottata sul modello 1100R, uscito due anni dopo).

Le modifiche agli interni riguardarono principalmente la plancia e il volante, di disegno più moderno, caratterizzato da linee tese ed essenziali. Interessante la soluzione tecnica che sanciva la disponibilità, soprattutto per i mercati esteri, del tetto apribile come accessorio a richiesta.

La Fiat 1300 rimase in produzione fino all' anno 1966, e venne successivamente sostituita nel suo segmento dal modello Fiat 124, mentre il modello 1500C andò in pensione circa un anno più tardi, sostituito dal modello Fiat 125. Alla sua erede, in particolare la 1500C donò il pianale, la meccanica dello sterzo, e lo schema costruttivo delle sospensioni.

Nel corso degli anni settanta, essendo l' autovettura in questione dotata di una meccanica caratterizzata da una robustezza e da un' affidabilità di tutta prova, erano ancora numerosi gli esemplari di tale modello in circolazione (soprattutto 1500C) sulle strade italiane, ma entro la fine degli anni ottanta essi scomparvero praticamente del tutto dalle stesse.

Invece, e tale discorso è estendibile anche ad altri modelli, in altri paesi europei è stato frequente vedere tali modelli tali in circolazione sino a tempi molto più recenti.

Singolare e degno di nota il fatto che, presumibilmente a causa della sua affidabilità e del suo aspetto americaneggiante, la media della Fiat goda tuttora di una notevole popolarità in alcuni paesi sudamericani, ove per celebrarne i meriti e le qualità i possessori di tali autovetture si associano in Club, e organizzano periodicamente dei raduni, sfruttando l' occasione per sfoggiare la presenza di esemplari ben restaurati e in ottimo stato.

---------------------- Le versioni derivate ----------------------

A partire dall' anno 1963, il motore che equipaggiava il modello 1500 (prima nella versione erogante 72 CV, e successivamente in quella erogante 75 CV) venne montato anche sulla "1500 cabriolet", evoluzione della "Fiat 1200 Cabriolet", ovvero la versione scoperta (dovuta all' estro di Pininfarina) del modello Fiat 1100 (da cui derivava, in realtà, il telaio) e lanciato, originariamente, nell' anno 1959. Sempre nello stesso periodo la Fiat lanciò sul mercato la versione coupè della sua riuscita media, che successivamente riscosse un discreto successo di vendite, poiché conservava le indiscutibili qualità della berlina, associandole ad una riuscita ed equilibrata carrozzeria a due porte.

La versione cabrio del modello "1500" (poi affiancata dalle versioni "1600 S", equipaggiate con il motore bialbero a camme in testa prodotto dalla OSCA) rimase in produzione fino all'anno 1966, totalizzando una produzione di circa 22.000 esemplari.

Tale modello, a partire dallo stesso anno, venne sostituito nella gamma Fiat dell'epoca, dalla nuova spyder, che in massima parte mutuava la meccanica del modello Fiat 124.

Questi modelli vennero costruiti per qualche tempo anche in Germania, sulla base di una accordo commerciale stipulato dalla casa madre con la NSU, e ne vennero utilizzati telaio e il propulsore anche per la realizzazione di alcune versioni coupé disegnate dalla Ghia.

In ottemperanza di accordi commerciali stipulati dalla Fiat con la Iugoslavia, la Fiat 1300, venne anche prodotta in loco, ovviamente su licenza, dalla locale casa automobilistica Zastava come " Zastava 1300", e tale modello era strutturalmente identico alla versione prodotta in Italia dalla casa madre.

In Spagna invece la 1500 venne fabbricata su licenza dalla casa automobilistica SEAT, e veniva identificata come "SEAT 1500", benché il corpo vettura fosse in realtà quello della Fiat 1800, ma equipaggiato con il motore della "Fiat 1500" (la stessa soluzione era stata in effetti adottata in Italia allo scopo di mettere in cantiere la produzione della cosiddetta "1500 lunga", costruita per soddisfare le esigenze dei taxisti).

Il pianale della vettura fu utilizzato come base per l' allestimento del successivo modello "125" che, oltre ad essere contraddistinto dall' adozione di una differente carrozzeria e da una nuova meccanica (nella versione italiana), presentava anche una sospensione posteriore di foggia diversa. La versione della "125" prodotta in Polonia, vale a dire il modello (Polski Fiat 125p), venne equipaggiato ancora a lungo con i più economici motori della "Fiat 1300", e della "Fiat 1500".

------- Le Fiat 1300 e 1500 nella cultura popolare -------

Caratterizzata dal possedere una linea senza dubbio "borghese", ma piacevole ed equilibrata, benché non molto originale (in quanto nettamente ispirata a quella di una nota vettura americana dell' epoca, la Chevrolet Corvair), abbinata ad una meccanica robusta ed affidabile e a finiture di buon livello complessivo, la Fiat 1300/1500 non fece fatica ad entrare immediatamente nelle simpatie della sua utenza, rappresentata in prevalenza dai membri di quella che poteva essere definita a pieno diritto la "classe media". Il suo aspetto esteriore gli procurò il nomignolo vezzeggiativo di "saponetta", poiché il suo aspetto, e il continuo evolvere verso linee curvilinee della sua carrozzeria e delle sue modanature, aveva lo stesso andamento suggerito da un pezzo di sapone consumato dall' uso.

La vettura divenne la prediletta da professionisti quali commercianti, rappresentanti, medici, geometri, artigiani, assicuratori, che ne apprezzavano appieno i suoi pregi, che erano la linea piacevole ed equilibrata, la robustezza e l' affidabilità della meccanica, associate a buone prestazioni e a un buon equilibrio generale del progetto.

Usata spesso veniva acquistata da coloro i quali, a causa del suo prezzo di vendita non eccessivo, ma comunque superiore a quello di auto appartenenti alla gamma Fiat più utilitarie, reputavano proibitivo l'acquisto di un esemplare nuovo di fabbrica.

Costoro, sborsando ovviamente una somma più ragionevole, entravano in possesso di un' autovettura dall'aspetto comunque "importante", solida ed affidabile, e in definitiva molto meno "utilitaria" di una Fiat 1100 prodotta nello stesso periodo.

----------------- La Fiat 1300 e 1500 nei film -----------------

Essendo diventata una vettura piuttosto diffusa, il popolare modello comparve anche in alcune pellicole girate all'epoca, come per esempio quella intitolata "Che fine ha fatto Totò baby", dove una 1300 familiare bianca rivestì il ruolo di co-protagonista del grande Totò.

Ricordate l' odioso "Cugino Alfredo", personaggio che compare nel celebre film "Il Sorpasso"? Bene...durante il caldo pomeriggio trascorso nel casale sulle colline maremmane, nel prospettare al giovane Roberto (Trintignant) i vantaggi che avrebbe ottenuto qualora fosse riuscito a prendere la laurea in legge e a raggiungere di conseguenza un certo invidiabile "status" sociale, Gassma termina il discorso concludendonel modo seguente:  "...vedrai che avrai la tua bella Millecinque...".

In effetti la Fiat 1300 e 1500, in tutte le sue versioni, e per tutto il corso della sua produzione, fu sempre un' autovettura molto ambita dalla piccola borghesia dell' epoca, ed è innegabile il fatto che la frase proferita da Gassman in quel film abbia un suo perché.

Una menzione a parte merita il particolare, curioso e lungo filmato promozionale, girato allo scopo di pubblicizzare ed enfatizzare le qualità della nuova autovettura in concomitanza con la sua immissione sul mercato automobilistico dell' epoca.

Tale spot, una vera e propria chicca del periodo, ha come protagonisti un compito e professionale Vittorio Gassman, che svolge il ruolo di pacato e un pò accademico Cicerone, affiancato da una spumeggiante e sorridente Ilaria Occhini.

Assieme i due compiono un lungo giro sulla nuova vettura media prodotta dalla Fiat, non perdendo ovviamente occasione alcuna per magnificarne i pregi, e più in generale le indiscutibili doti, mentre conversano pacatamente e amabilmente tra di loro.

 ESCAPE='HTML'

Vittorio Gassman e Ilaria Occhini in procinto di salire sulla Fiat 1300

 ESCAPE='HTML'

Un compito e sorridente Vittorio Gassman alle prese con la Fiat 1300